- La pausa di 90 giorni del Presidente Trump sui dazi per i paesi che non hanno subito ritorsioni ha innescato un forte rally nei mercati statunitensi, sollevando le azioni e il dollaro americano.
- Nonostante il rimbalzo dei prezzi del petrolio, le crescenti tensioni con la Cina dovrebbero forse segnalare cautela per le prospettive energetiche.
Il Presidente Trump ha annunciato una pausa di 90 giorni sui dazi reciproci per i paesi che non hanno effettuato ritorsioni, scatenando un forte rally nei mercati statunitensi. Il Nasdaq 100 ha guidato i guadagni con un’impennata del 12,2%. Il dollaro americano si è rafforzato anche nei confronti di valute rifugio come lo yen giapponese e il franco svizzero.
I prezzi del greggio sono rimbalzati insieme alle azioni, con i futures del petrolio WTI che sono saliti di oltre il 4% e hanno superato i 62 dollari al barile.
Tuttavia, la forza del rally del petrolio potrebbe essere sopravvalutata. La Cina, uno dei maggiori consumatori di petrolio al mondo, è stata tra i primi a reagire alle tariffe statunitensi. Le tensioni tra Washington e Pechino sono peggiorate, spingendo gli Stati Uniti ad aumentare le tariffe sui beni cinesi al 125%.
Per aumentare la cautela, gli analisti di Goldman Sachs hanno rivisto al ribasso le loro previsioni sul prezzo medio del Brent e del WTI per il 2026, citando i crescenti rischi di recessione. La banca prevede ora una media di 58 dollari al barile per il Brent e di 55 dollari per il WTI.
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